Situata nel cuore del centro antico della città, la Piazza Dante di Catania non conserva riferimenti al poeta. La piazza è dominata dall’imponente chiesa di San Nicolò l’Arena, la cui costruzione, intrapresa dopo la devastante eruzione dell’Etna che colpì l’intera area catanese nel 1669, fu definitivamente interrotta nell’avanzato Settecento: la facciata reca otto colonne lasciate a metà e prive di trabeazione e timpano di coronamento, e rappresenta quell’ibrido tra il tardo barocco siciliano e il neoclassicismo che incontrava il gusto della committenza siciliana. Ad oggi è l’edificio religioso più grande e alto della Sicilia (pianta 105 x 48 m), con un punto panoramico molto amato dai catanesi. L’annesso monastero benedettino, anch’esso di notevoli dimensioni, fu danneggiato durante la seconda guerra e fu ceduto all’Università degli studi di Catania, che lo destinò al Dipartimento di Scienze Umanistiche (DISUM).
La piazza è scenograficamente chiusa da un emiciclo di piccoli caseggiati – eretti su progetto di Stefano Ittar nel 1769 – che la immette nella via dei Gesuiti, mentre al centro meridionale conserva resti delle Terme dell’Acropoli rinvenuti nel 1981.
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L’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo si rimette (virtualmente) in viaggio, per disegnare, nel Settecentenario della morte, una mappa geografica dei luoghi danteschi, in un eccezionale cortocircuito tra piano reale e letterario: luoghi reali che hanno ispirato luoghi letterari e luoghi letterari che hanno dato vita a luoghi reali…
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