Solida fama ha conosciuto l’architetto Bartolomeo Francesco Rastrelli, il quale realizzò per la zarina Elisabetta Petrovna il Palazzo Marijnskij di Kiev (1752), che ha ospitato i governatori locali e poi la residenza cerimoniale della presidenza ucraina. Lo stesso architetto ha realizzato nel 1754 la Chiesa ortodossa di Sant’Andrea, sulla collina dove il santo apostolo avrebbe eretto una croce profetizzando la nascita della prospera città di Kiev. Bartolomeo Francesco Rastrelli diede vita a una corrente barocca detta “elisabettiana”, dal nome della mecenate, inquadrabile nel più ampio contesto del tardo barocco europeo e caratterizzata da un ampio ricorso alla decorazione. Anche nel corso dell’Ottocento non mancano firme italiane: il romano Vincenzo Beretti, ad esempio, fu lungamente impegnato nella costruzione di istituti educativi (Palazzo di Ottobre, 1838-1842) e realizzò la sede centrale dell’Università di Kiev, nota come il Corpus Rosso (1837-1843)
Anche se già tra il XIII e il XIV secolo Odessa rientrava nei possedimenti coloniali della Repubblica Marinara di Genova, le testimonianze architettoniche italiane raccontano il passaggio della Bessarabia dall’Impero Ottomano all’Impero Zarista, nonché il gusto del XIX secolo per il neoclassico italiano, replicato talvolta anche da artisti locali. Il Museo d’Arte di Odessa fu realizzato ad opera del sardo Francesco Boffo (1801-1810) come Palazzo Potocki, residenza per l’ex politico della Confederazione polacco-lituana, divenuto poi ambasciatore russo del Regno di Napoli. Allo stesso architetto va ricondotto il Palazzo Voroncov di Odessa (1826-1828), una delle varie residenze del governatore generale di Novorossijsk-Bessarabia, utilizzato oggi per uffici comunali.
Destinazione d’uso analoga è quella della Vecchia Borsa di Odessa, divenuta infatti municipio della città (progetto di Francesco Boffo e di Giorgio Torriccelli, 1829-1837). La coppia ha firmato anche il progetto nel 1832 dell Palazzo del Conte Tolstoj, ospitante oggi la Casa degli Scienziati. L’opera più monumentale resta però la Scalinata Potëmkin, di 27 metri di altezza e 142 di lunghezza, creata da Boffo fra il 1837 e 1842 per collegare la città al mare. Grande fama ha acquisito questo luogo in seguito alla scena del film “La corazzata Potëmkin” di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn del 1925, dove furono rievocati gli attacchi dei cosacchi legati allo zar durante la rivolta di Odessa al tempo della Rivoluzione Russa del 1905.