“Usa con esso donno Michel Zanche
di Logodoro; e a dir di Sardigna
le lingue lor non si sentono stanche”.
(Inf., XXII 88-90)
Il Giudicato di Torres, o di Logudoro, si trova nella Sardegna nordoccidentale, e nel Medioevo raggiungeva dimensioni ben più vaste di quelle odierne: è in questa zona che operava Michele Zanche, nobile logudorese della città di Sassari, siniscalco del re Enzo di Svevia, collocato da Dante nella bolgia dei barattieri, ovvero coloro i quali per denaro o altro vantaggio privato venivano meno ai doveri del proprio ufficio. Una piana della zona reca il nome “Valledoria”, da Branca Doria, il nobile genovese che aveva sposato Caterina, una delle figlie di Michele Zanche: Branca Doria è collocato da Dante nella Tolomea, tra i traditori degli ospiti per aver ucciso il suocero Zanche. Restano poche rovine del Casteldoria – tra cui spicca la Torre Doria, di forma pentagonale e costruita in blocchi granitici –, edificato nel XII secolo dalla famiglia Doria insieme a Castelsardo. Molti miti e leggende rievocano il castello: la più nota è raccontata da Grazia Deledda nei suoi Racconti Sardi del 1894 (sulle tracce di Giulio Ferroni, L’Italia di Dante. Viaggio nel paese della Commedia, La nave di Teseo 2019).
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L’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo si rimette (virtualmente) in viaggio, per disegnare, nel Settecentenario della morte, una mappa geografica dei luoghi danteschi, in un eccezionale cortocircuito tra piano reale e letterario: luoghi reali che hanno ispirato luoghi letterari e luoghi letterari che hanno dato vita a luoghi reali…
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