Qual pare a riguardar la Carisenda
sotto ’l chinato, quando un nuvol vada
sovr’ essa sì, ched ella incontro penda:
tal parve Antëo a me che stava a bada
di vederlo chinare, e fu tal ora
ch’i’ avrei voluto ir per altra strada.
(Inf., XXXI 136-141)
La Torre della Garisenda è una delle torri di Bologna, nonché simbolo della città, collocata nella piazza di porta Ravegnana. In epoca medievale Bologna era costellata di ben 150 torri, che assolvevano alla funzione militare e all’esibizione del potere delle principali famiglie. La Garisenda fu eretta nel 1109 dall’omonima famiglia di cambiatori appartenente alla fazione dei ghibellini: originariamente toccava i 60 metri, ma nel XIV secolo ne fu decurtata di una dozzina per problemi statici. La sua notevole altezza – sebbene inferiore rispetto alla vicina torre degli Asinelli – impressionò Dante, che la evocò come metro di paragone per Anteo, il gigante della mitologia greca, figlio di Poseidone e di Gea, collocato con tutti gli altri giganti nel cosiddetto Pozzo dei giganti (tra l’ottavo e il nono cerchio dell’Inferno). Oggi un’epigrafe posta sul fianco della torre ricorda i versi cantati nell’Inferno.
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